Sunday, January 9, 2011

How Do You Make A Bohr Diagram

ODE TO WINE (Pablo Neruda)

Trent Cross of the artist, done with pruning shears (screw),
donated to the Wine House Spagnolli - Isera (TN)



Wine colored days,
wine color of the night,
wine with purple feet
blood or topaz,
wine
star son
earth,
wine, smooth
like a sword of gold,
soft
like a messy pile,
wine inchiocciolato
be suspended
loving
marine
are never present in a one cup,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.


A volte
ti nutri di ricordi
mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo
lacrime passeggere,
ma
il tuo bel
vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane
nella tua anima immobile.


Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
falling walls,
rocks
close the abyss,
song is born.
Oh, you, jug of wine in the desert
love with the beautiful,
said the old poet.
That jug of wine
add to the kiss of love kiss her.


My love, suddenly
your side
the curve fills
Cup
your chest is the cluster
light alcohol your hair,
grapes your nipples,
your navel seal pure
imprinted on your belly amphora
and your love the waterfall
wine unquenchable
the clarity that falls on my senses,
lo splendore terrestre della vita.


Ma non soltanto amore,
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei, vino di vita,
ma
amicizia degli esseri, trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano;
ricordino in ogni
goccia d'oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l'autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore,
e impari l'uomo oscuro,
nel cerimoniale del suo lavoro,
a ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto.


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Una bella poesia del poeta cileno Pablo Neruda (1904-1973), nella traduzione italiana, che pubblicò nel 1954 nel primo libro "Odi elementari".

L'aggettivo allude alla semplicità dell'oggetto della poesia, che celebra la più diretta quotidianità, quella degli alimenti, i più semplici e popolari. Usando un linguaggio immediato, accanto alla patata, il pane, il pomodoro, la cipolla, l'olio, il carciofo e così via, Neruda dedica un'ode anche al vino. Il vino è il figlio della terra, è il frutto del lavoro paziente, è l'occasione della socialità, è il trionfo della vita, è il tramite dell'amore. E infatti la parte centrale dell'ode si concentra sui paragoni tra i corpo della donna ed elementi enoici per un'esaltazione dei sensi, per poi tornare a riprendere i temi della socialità del vino e del lavoro comune di uomo e natura per produrlo.

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